Un elenco di termini e definizioni di ambito logopedico e neuropsicologico.
A
Accomodazione vocale: tendenza a rendere la propria espressione verbale sempre più simile alle caratteristiche vocali dell’interlocutore (Marini et al., BVL 4-12, 2015:37).
Afasia non fluente: [afasia] Afasia caratterizzata da produzione scarsa, frasi brevi, articolazione difficoltosa, prosodia compromessa; può esservi agrammatismo. I criteri per distinguere un’afasia fluente da una non fluente sono: la presenza di aprassia verbale, la lunghezza della frase, la quantità di eloquio, la presenza di agrammatismo o di gergo e la prosodia. In generale, si considera soprattutto la presenza di aprassia verbale e la lunghezza della frase: se non vi sono frasi composte da almeno sei parole (almeno una frase su dieci) si tratta generalmente di afasia non fluente (Basso, Conoscere e rieducare l’afasia, 2009:64).
Afemia: [afasia] Primo termine di quella che poi verrà chiamata Afasia, coniato da Paul Broca per definire coloro che non riuscivano a esprimersi verbalmente pur avendo una buona comprensione.
Affricazione: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di un suono fricativo con uno affricato. Esempio: “cagia” per “casa” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia)
Analisi della varianza (ANOVA): [statistica, metodologia della ricerca] tecnica statistica che consente di confrontare diversi gruppi in con un solo procedimento di falsificazione dell’ipotesi nulla, tramite il confronto tra la variabilità fra gruppi e la variabilità casuale (cfr. anche Bolzani e Canestrari, Logica del Test Statistico, 1995).
Anteriorizzazione: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di un suono posteriore con uno anteriore. Esempio: “tasa” per “casa” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia).
Aposiopesi: [linguistica] Interruzione brusca della frase che non prosegue ulteriormente. Come figura retorica, ha lo scopo di lasciar intuire al lettore o all’ascoltatore il resto della frase. Nel caso delle afasie, invece, si tratta spesso di un effetto involontario del non riuscire a proseguire per difficoltà di strutturazione della frase o problemi nel recupero di un termine.
Apprendimento senza errori (errorless learning): [neuropsicologia, memoria] tecnica di memorizzazione sviluppata inizialmente per pazienti gravemente amnesici, consistente nell’apprendimento guidato e facilitato delle informazioni al fine di impedire l’errore e la sua memorizzazione a livello implicito (cfr. anche Errorless Learning in Cognitive Rehabilitation: A Critical Review, 2012; Mazzucchi, La Riabilitazione Neuropsicologica, 2012).
Aprassia: [neuropsicologia] disturbo della realizzazione di movimenti appresi, sia gesti d’utilizzazione d’oggetti che gesti simbolici. Non è conseguenza di un’alterazione del sistema motorio, di un deficit intellettivo, di un deficit attentivo o di un deficit nel riconoscimento di oggetti (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Aprassia ideativa: [neuropsicologia] aprassia che riguarda l’utilizzo di oggetto (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Aprassia ideomotoria: [neuropsicologia] aprassia che riguarda l’alterazione di gesti unici, sia senza significato (su imitazione) che simbolici (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001)
Aprassia costruttiva: [neuropsicologia] tipo di aprassia che riguarda la realizzazione di una figura geometrica (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Aprassia dell’abbigliamento: [neuropsicologia] aprassia riguardante la capacità di vestirsi (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Aprassia dello sguardo: [neuropsicologia] aprassia che comporta l’alterazione di movimenti oculari (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Aprassia della marcia: [neuropsicologia] tipo di aprassia che comporta l’incapacità di fare dei passi (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Atassia ottica: [neuropsicologia] deficit di coordinazione visiva che comporta errori di raggiungimento con l’arto verso un oggetto visto. È solitamente causata da lesioni cerebrali alla via visiva dorsale. Non dipende da mancato riconoscimento dell’oggetto da raggiungere e afferrare, ciononostante l’interazione con esso a livello motorio è difficoltosa (cfr. anche Ladàvas e Berti, Manuale di Neuropsicologia, 2014).
Attendibilità (o affidabilità): [psicometria] proprietà di uno strumento di misura (test) che indica il grado di stabilità dei punteggi al ripetersi delle misurazioni. In altre parole ci indica quanto un test è affidabile (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Attenzione selettiva: [neuropsicologia, attenzione] componente dell’attenzione relativa alla capacità di allocare le risorse attentive sugli stimoli rilevanti, riducendo l’interferenza degli stimoli compresenti ma irrilevanti per l’attività da svolgere. Nel dominio dell’attenzione selettiva rientrano l’attenzione focalizzata, l’attenzione divisa e l’attenzione alternante (Vallar et al., La Riabilitazione Neuropsicologica, 2012).
B
Bilinguismo (o plurilinguismo) compatto: [linguaggio] quando due lingue sono state apprese contemporaneamente (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
Bilinguismo (o plurilinguismo) coordinato: [linguaggio] quando due o più lingue sono state apprese prima della pubertà ma non nella cerchia familiare (es: trasferimento) (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
Bilinguismo (o plurilinguismo) subordinato: [linguaggio] quando una o più lingue sono utilizzate usando come intermediaria la prima lingua (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
Bilinguismo sequenziale precoce: [linguaggio] quando il bambino è stato esposto alla seconda lingua dopo la prima, ma comunque prima degli otto anni (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
Bilinguismo sequenziale tardivo: [linguaggio] quando il bambino è stato esposto alla seconda lingua dopo la prima, ma dopo gli otto anni (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
Bilinguismo simultaneo: [linguaggio] quando il bambino è stato esposto sin dai primi giorni di vita a due lingue (vd. Marini ne I disturbi del linguaggio,2014:68)
C
Carrier sentence (o frase supporto): una frase di uso comune che può essere utilizzata per elicitare delle parole specifiche (ad es: “Per piacere, dammi…”).
Circonlocuzione: [linguistica] utilizzo di un “giro di parole” per riferirsi a una parola che non si riesce a recuperare (molto frequente nelle afasie). Esempio: “quello per tagliare il pane” per dire “coltello”.
Competenza ortografica: [apprendimenti] la capacità di rispettare le regole e le convenzioni presenti nella nostra lingua corrente che mediano la trasformazione del linguaggio ascoltato o pensato in linguaggio espresso con grafemi (Tressoldi e Cornoldi, 2000, Batteria per la Valutazione della Scrittura e della Competenza ortografica nella Scuola dell’Obbligo)
Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA): ogni comunicazione che sostituisce o aumenta il linguaggio verbale; è un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di individui con bisogni comunicativi complessi (ASHA, 2005, citata in Costantino, Costruire libri e storie con la CAA,2011:54)
Conduites d’approche: [afasia] tentativo di avvicinamento alla parola attraverso false partenze o parafasie fonologiche. Esempio: “la pa… pasca, la pasma, la pastia…” per dire “la pasta” (cfr. ad esempio Marini, Manuale di neurolinguistica, 2018: 143 e Mazzucchi, La riabilitazione neuropsicologica, 2012)
Confabulazione: [neuropsicologia] nell’ambito dei disturbi di memoria è un sintomo “positivo” che si configura come la produzione involontaria di affermazioni o di azioni incongruenti con il background o la situazione passata, presente o futura del soggetto (Dalla Barba, G. (1993b). Different patterns of confabulation. Cortex, 29, 567–581) – grazie a Ilaria Zannoni
Correlazione: [statistica, metodologia della ricerca] associazione tra due variabili tale che al variare di una corrisponde una variazione dell’altra. Tanto più due variabili sono associate, tanto più sarà forte la correlazione. La correlazione varia tra i punteggi di 1 (al crescere di una variabile corrisponde un aumento costante di dell’alta) e -1 (al crescere di una variabile si assiste a una diminuzione costante dell’altra; con un punteggio di 0 si ha invece una totale assenza di correlazione tra le due variabili.
La presenza di una correlazione, anche se forte, non indica un nesso causale tra le due variabili (cfr. anche Welkowits, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Cueing: [afasia] suggerimento minimo, fonemico e/o grafemico, dato nel caso in cui il paziente non sia in grado autonomamente di recuperare la parola bersaglio (cfr. ad esempio, Conroy et al., Using phonemic cueing of spontaneous naming to predict item responsiveness to therapy for anomia in aphasia, 2012)
D
Deafferentazione: [neuroanatomia] soppressione dell’arrivo neuronale per la struttura bersaglio. Ciò avviene tramite lesione dei neuroni che sono all’origine degli assoni che raggiungono la struttura bersaglio, oppure tramite lesione degli assoni stessi (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Debolezza mentale: [neuropsicologia] forma lieve di deficienza mentale (vedi anche deficit intellettivo o ritardo mentale), caratterizzata da efficienza intellettiva significativamente sotto la media (QI tra 70 e 50), difficoltà di adattamento sociale e comparsa dei deficit durante il periodo dello sviluppo
Deafferentazione: [neuroanatomia] soppressione dell’arrivo neuronale per la struttura bersaglio. Ciò avviene tramite lesione dei neuroni che sono all’origine degli assoni che raggiungono la struttura bersaglio, oppure tramite lesione degli assoni stessi (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Degenerazione neuronale: [neuroscienze] perdita progressiva della struttura e della funzione specifica di un neurone o di gruppo di neuroni che può esitare nella loro scomparsa (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Desonorizzazione: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di un suono sonoro con il corrispondente sordo. Esempio: “panana” per “banana” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia)
Deviazione standard (scarto quadratico medio): [statistica] stima della variabilità di un insieme di dati, ottenuta dalla radice quadrata della varianza. Indica quanto i dati sono dispersi intorno alla media (cioè quanto si discostano mediamente da essa) ma, a differenza della varianza, questo parametro è espresso nella stessa unità di misura della media (cfr. anche Welkowits, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Disgrafia: [apprendimento] lo scrivere con difficoltà, senza che ciò sia riconducibile a un disturbo neurologico o a un limite intellettuale (Ajuriaguerra et al., L’écriture de l’enfant. 1°. L’evolution del’écriture et ses difficultés, 1979 cit. in Di Brina et al., BHK, 2010)
Disprassia: [neuropsicologia] disturbo che colpisce la realizzazione dei comportamenti motori appresi, soprattutto quelli osservati al momento dell’imitazione. Non dipende da deficit del sistema motorio, da un deficit intellettivo o da un deficit attentivo. Differisce dall’aprassia perché col termine disprassia si fa riferimento a un disturbo osservato durante lo sviluppo (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Disprassia verbale: [linguaggio] Disturbo centrale nella programmazione e realizzazione dei movimenti articolatori necessari alla produzione di suoni, sillabe e parole e alla loro organizzazione sequenziale (Chilosi e Cerri, Disprassia verbale, 2009 vd. anche Sabbadini, La disprassia in età evolutiva: criteri di valutazione ed intervento, 2005)
Disturbo evolutivo di linguaggio verbale secondario: [linguaggio] qualsiasi inadeguatezza linguistica che si manifesti durante il periodo di sviluppo, con relativa compromissione più o meno marcata del linguaggio stesso, in soggetti che presentano uno o più dei seguenti quadri: ritardo cognitivo, disturbi generalizzati (pervasivi) dello sviluppo, disturbi gravi della funzione uditiva, importante disagio socioculturale (Gilardone, Casetta, Luciani, Il bambino con disturbo di linguaggio. Valutazione e trattamento logopedico, Cortina, Torino 2008).
Dominanza emisferica: [neuropsicologia] prevalenza di un emisfero sull’altro nel controllo di una funzione cognitiva o motoria; è quindi alla base della lateralizzazione emisferica. Ne sono esempi il linguaggio, tipicamente a dominanza emisferica sinistra, e i processi visuo-spaziali, a dominanza emisferica destra (cfr. anche Habib, Dominanza Emisferica, 2009, EMC – Neurologia, 9, 1-13)
E
Ecolalia: [linguaggio] ripetizione di parole o frasi ascoltate, senza che queste siano necessariamente comprese. Si verifica in modo fisiologico nei bambini soprattutto a 2-3 anni (Marini et al., BVL 4-12, 2015:37) e in modo patologico negli adulti, ad esempio nel Parkinson.
Effetto aspettativa: [metodologia della ricerca] alterazione dei risultati di una ricerca a causa dell’aspettativa dei risultati nutrita dal ricercatore o dai soggetti sperimentali stessi. È stato descritto per la prima volta dallo psicologo Robert Rosenthal per cui in alcuni casi viene chiamato Effetto Rosenthal (o anche Effetto Pigmalione o profezia che si autoavvera). È un aspetto molto importante da considerare nelle ricerche in cui l’effetto umano è un fattore determinante e per questo motivo questo effetto viene spesso chiamato in causa come elemento critico negli studi sugli effetti dei trattamenti che non usano un gruppo di controllo attivo (impegnato cioè in un trattamento o alternativo a quello sperimentale) oppure che non usano alcun gruppo di controllo.
Effetto modalità: [apprendimento] vedi Teoria Cognitiva dell’Apprendimento Multimediale
Effetto pigmalione: vedi Effetto aspettativa
Effetto placebo: [psicologia, medicina] miglioramento dato da una terapia priva di effetti specifici e legato invece alla fiducia riposta nella terapia stessa. Questo effetto, analogamente all’Effetto aspettativa, risulta spesso un ostacolo nelle ricerche sugli effetti dei trattamenti e viene tenuto sotto controllo dall’utilizzo di gruppi di soggetti, chiamati proprio gruppi di controllo, a cui non viene somministrato alcun trattamento o ne viene somministrato uno finto
Effetto Ridondanza: [apprendimento] vedi Teoria Cognitiva dell’Apprendimento Multimodale
Effetto Rosenthal: vedi Effetto aspettativa
Emianopsia: [neuropsicologia] perdita della visione in metà campo visivo (o di un singolo quadrante nel caso della quadrantopsia) a seguito di lesioni del chiasma ottico, del tratto ottico, delle radiazioni ottiche o della corteccia visiva (cfr. anche Ladàvas e Berti, Manuale di Neuropsicologia, 2014)
Eminegligenza spaziale (vedi Neglect)
Enunciato: [linguaggio] a seconda del criterio utilizzato, può essere definito come “emissione sonora tra due pause percepibili (piene o vuote) della durata di almeno due secondi” (criterio acustico), “blocco concettuale omogeneo, ovvero una proposizione semplice o complessa” (criterio semantico), “frase principale seguita da una serie di secondarie ben formate dal punto di vista grammaticale” (criterio grammaticale). (Marini et al., BVL 4-12, 2015:69)
Errore di tipo I: [psicometria] rifiutare un’ipotesi nulla quando questa è vera.
Esempio: un ricercatore ipotizza che il nuovo trattamento per il linguaggio migliori gli aspetti fonologici meglio del trattamento di routine; dopo aver sottoposto a verifica sperimentale l’ipotesi, rifiuta H0 (cioè che i due trattamenti siano equivalenti) e accetta H1 (cioè che il nuovo trattamento sia migliore) ma in realtà i due trattamenti danno gli stessi risultati e le differenze riscontrate sono legate a errori metodologici o all’effetto del caso (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Errore di tipo II: [psicometria] accettare l’ipotesi nulla quando questa è falsa.
Esempio: un ricercatore ipotizza che il nuovo trattamento per il linguaggio migliori gli aspetti fonologici meglio del trattamento di routine; dopo aver sottoposto a verifica sperimentale l’ipotesi, accetta H0 (cioè che i due trattamenti siano equivalenti) e rifiuta H1 (cioè che il nuovo trattamento sia migliore) ma in realtà i due trattamenti danno risultati diversi. La mancanza di risultati in questo caso invece dipenderà da errori metodologici, punteggi poco discrepanti per effetto del caso, o per scarsa potenza del test statistico (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
F
Fatti aritmetici: [matematica] Sono i risultati di procedure aritmetiche che non devono essere calcolate, ma sono già posseduti in memoria. Ad esempio tabelline e semplici somme e sottrazioni. (Poli, Molin, Lucangeli e Cornoldi, Memocalcolo, 2006:8)
Fillers (o riempitivi): [afasia] pause piene formate da suoni, fonemi, sillabe o frammenti di parole. Si trovano soprattutto nelle false partenze. “O o oggi è una bella g gio giornata”(cfr. ad esempio Marini, Manuale di neurolinguistica, 2018: 143)
Fonologia: [linguistica] Disciplina che studia la competenza fonologica che un parlante ha della propria lingua materna, cioè quel sistema che si va sviluppando nei primi anni della vita di un essere umano e in cui viene stabilita una differenza tra suoni che distinguono significati e suoni che non li distinguono (Nespor, Fonologia, 1993:17)
Frase colore: [linguaggio] Metodo che associa un diverso colore a ogni elemento della frase (articolo, soggetto, verbo…). Può essere usato sia per le frasi scritte che per quelle realizzate con pittogrammi (cfr., ad esempio, AA VV, Protocollo logopedico De Filippis, 2006).
Fricazione: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di un suono occlusivo o affricato con un fricativo. Esempio: “fasso” per “fatto” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia)
Funtori: [linguistica] vd. Parole di classe aperta e chiusa
Funzioni esecutive: [neuropsicologia] insieme complesso di funzioni cognitive per la pianificazione e il controllo volontario del comportamento, essenziali nelle attività non automatizzate che richiedono un’importante supervisione attentiva (cfr. anche il nostro articolo sulle funzioni esecutive; Grossi e Trojano, Neuropsicologia dei Lobi Frontali, 2013).
G
Gliding: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di una consonante con una semiconsonante. Esempio: “foia” per “foglia” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia)
Gesto batonico: un tipo di gesto in cui le mani si muovono dall’alto in basso per scandire le sillabe di una parola o le parole di una frase (sul ruolo della gestualità cfr. Le tecniche nell’intervento in Fondamenti del trattamento logopedico in età evolutiva, p. 234)
Grave Cerebrolesione Acquisita: [neurologia]: Per “grave cerebrolesione acquisita” (GCA) si intende un danno cerebrale, dovuto a trauma cranioencefalico o ad altre cause (anossia cerebrale, emorragia, etc.), tale da determinare una condizione di coma ( GCS=/<8 per piu’ di 24 ore), e menomazioni sensomotorie, cognitive o comportamentali, che comportano disabilità grave (cfr. Conferenza di Consenso: Buona Pratica Clinica nella Riabilitazione Ospedaliera delle Persone con Grave Cerebrolesione Acquisita).
Gruppo di controllo: [metodologia della ricerca] nelle ricerche in cui studia l’effetto di una variabile indipendente su gruppi di soggetti, per esempio un trattamento, solitamente si dive il campione in almeno due sottogruppi: un gruppo sperimentale, che riceve il trattamento oggetto di indagine (variabile indipendente), e un gruppo di controllo, che invece non riceve alcun trattamento o ne riceve uno alternativo (non sottoposto quindi all’influenza della variabile indipendente). Il gruppo di controllo è quello con cui si confrontano gli effetti del trattamento sul gruppo sperimentale per ridurre l’influenza di alcuni possibili bias (cfr. anche Ercolani, Areni e Mannetti, La Ricerca In Psicologia, 1990).
I
Interferenza cognitivo-motora: [neuropsicologia, sclerosi multipla] fenomeno che si osserva durante l’esecuzione contemporanea di un compito motorio (per esempio camminare) e un compito cognitivo (per esempio dire tutte le parole che iniziano per una determinata lettera); in queste circostanze è possibile assistere a una riduzione della performance motoria, cognitiva o entrambe. L’interferenza cognitivo-motoria è particolarmente studiata nell’ambito della sclerosi multipla in quanto si manifesta più frequentemente e in maniera più marcata rispetto alla popolazione sana.(cfr. Ruggieri et al., 2018, Lesion symptom map of cognitive-postural interference in multiple sclerosis).
Integrazione cross-modale: [neuropsicologia] fenomeno che consiste nell’unire informazioni provenienti da diversi canali sensoriali in un unico percetto. Più precisamente si tratta di una percezione che coinvolge l’interazione fra due o più differenti modalità sensoriali (https://en.wikipedia.org/wiki/Crossmodal).
Intervallo di confidenza: [psicometria] è una gamma di valori compresa fra due limiti (inferiore e superiore) all’interno della quale si trova, con una determinata probabilità (livello di confidenza), un determinato parametro.
Esempio: se dopo aver somministrato la WAIS-IV emerge un QI di 102 con intervallo di confidenza al 95% tra 97 e 107, ciò significa che al 95% di probabilità il “vero” QI della persona esaminata è un valore compreso tra 97 e 107 (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Ipotesi alternativa: [psicometria] indicata anche con H1. in ambito di ricerca è l’ipotesi formulata dal ricercatore e che si intende testare.
Se, per esempio, il ricercatore è convinto che un trattamento alternativo dia risultati differenti da un trattamento di routine, H1 rappresenterà l’esistenza di questa differenza fra i due diversi approcci.
È definita anche come quella secondo cui l’ipotesi nulla è falsa, specificando anche i valori per un determinato valore di interesse (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Ipotesi nulla: [psicometria] indicata anche con H0, in ambito di ricerca si riferisce all’ipotesi che si ritiene vera in assenza di prove contrarie che possano confutarla.
Se, per esempio, si intende dimostrare che un trattamento è più efficace di un altro, H0 rappresenterà l’ipotesi secondo cui tra i due trattamenti non c’è differenza.
È definita anche come quella in cui si esplicita il valore di un parametro nella popolazione o la differenza attesa (che di solito corrisponde a zero) fra i parametri di due popolazioni (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
L
Lunghezza Media dell’Enunciato (LME): [linguaggio] Introdotto da Brown nel 1973, il concetto di Lunghezza Media dell’Enunciato indica la media di parole o morfemi prodotti dal parlante su un campione – solitamente – di 100 enunciati (vd. Enunciato). È uno degli indici di competenza linguistica in produzione (cfr., Brown, A First language, 1973).
M
Mapping Theory: [afasia] Ipotesi secondo cui i pazienti agrammatici, pur mantenendo una buona competenza sintattica, hanno difficoltà ad assegnare i ruoli tematici dei costituenti della frase alla struttura argomentale del verbo (cfr. Boscarato e Modena in Flosi, Carlomagno e Rossetto, La riabilitazione della persona con afasia, 2013:57)
Melodic Intonation Therapy (MIT): [afasia] approccio alla riabilitazione dell’afasia che sfrutta gli aspetti melodici dello speech (melodia e ritmo) attraverso il canto (cfr. Norton et al., Melodic Intonation Therapy: Shared Insights on How it is Done and Why it Might Help, 2009)
Memoria di lavoro (o Working memory): [neuropsicologia] Sistema che permette di immagazzinare temporaneamente le informazioni per gestirle o manipolarle (cfr. Baddeley e Hitch, Working Memory, 1974). Vedi anche il nostro articolo Che cos’è la memoria di lavoro.
Memoria prospettica: [neuropsicologia] capacità di ricordare di compiere un’azione dopo averla programmata (cfr. ad esempio, Rouleau et al. Prospective memory impairment in multiple sclerosis: a review, 2017). Vedi anche il nostro articolo di approfondimento sulla Memoria prospettica nella sclerosi multipla
Meta-analisi: [statistica] tipi di analisi statistica che consentono di sintetizzare i risultati di diversi studi riguardanti uno stesso argomento, cercando di ridurre gli effetti delle fonti di variabilità dei risultati dei singoli studi, facendo emergere eventuali regolarità (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Metacognizione: termine riferito alla consapevolezza circa la propria cognizione e, al tempo stesso, i processi e le strategie che la regolano (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Metafonologia: capacità di comparare, segmentare e discriminare parole presentate oralmente sulla base della loro struttura fonologica (Bishop & Snowling, Developmental dyslexia and specific language impairment: same or different?, Psychol Bulletin 130(6), 858-886, 2004)
Modellamento (vedi Shaping)
Morfemi derivazionali e flessivi: i morfemi derivazionali modificano il significato della base (es: cas + in + a); i morfemi flessivi modificano unicamente le categorie flessive delle parole. Ad esempio, il genere o il numero: cas + a (cfr. Marini et al., BVL 4-12, 2015:13)
N
Neglect: [neuropsicologia] sindrome neuropsicologica, conseguente solitamente a lesioni cerebrali, che consiste in un deficit nella consapevolezza spaziale. La persona che presenta tali sintomi mostra difficoltà nell’esplorare lo spazio controlaterale rispetto alla lesione cerebrale, scarsa consapevolezza degli stimoli presenti in una parte dello spazio personale (solitamente dentro), peripersonale o extrapersonale (cfr. anche il nostro articolo Neglect: il lato oscuro del mondo)
Negligenza spaziale unilaterale (vedi Neglect)
Neuroni specchio: [neuroscienze] classe di neuroni che si attiva sia quando un individuo esegue un’azione sia quando lo stesso individuo osserva la medesima azione compiuta da un altro soggetto (https://it.wikipedia.org/wiki/Neuroni_specchio)
O
Olofrase: [linguistica] utilizzo di una sola parola per una dichiarazione o una richiesta che richiederebbe una frase intera. È tipica del primissimo sviluppo del linguaggio nel bambino. Es: “cua” per “Voglio l’acqua”.
P
Parafasia: [afasia] parola prodotta in modo errato rispetto a un target. La parafasia può essere fonologica (es: “libbio” per “libro”) o semantica (“quaderno” per “libro”). (cfr. ad esempio Marini, Manuale di neurolinguistica, 2018: 143)
Parole di classe aperta e chiusa: [linguistica] le parole di classe aperta (o parole contenuto) sono nomi, aggettivi qualificativi, verbi lessicali e avverbi che terminano in -mente; le parole di classe chiusa (o parole funzione o funtori) sono pronomi, aggettivi non qualificativi, articoli, congiunzioni, verbi ausiliari e modali. Mentre le parole contenuto veicolano concetti semantici, i funtori esprimono relazioni tra le parole.
Phonological Components Analysis: [afasia] approccio proposto da Leonard, Rochon e Laird (2008) che consiste nel presentare al paziente un’immagine al centro di un foglio con richiesta di recupero della parola bersaglio. Indipendentemente dalla riuscita, il paziente viene sollecitato a recuperare una parola in rima, il primo fonema, un’altra parola che inizi con lo stesso fonema e il numero di sillabe. (cfr. Boscarato e Modena in Flosi, Carlomagno e Rossetto, La riabilitazione della persona con afasia, 2013:47)
Plasticità neuronale: [neuropsicologia] La possibilità che le cellule nervose diventino capaci di assolvere altre funzioni qualora si renda necessario.(Gollin, Ferrari, Peruzzi, Una palestra per la mente, 2007:15).
Potenza del test statistico: [psicometria] si intende la probabilità di rifiutare l’ipotesi nulla, tramite un test statistico, quando questa è effettivamente falsa.
Esempio: se un determinato test con un una determinata ampiezza del campione ha una potenza statistica dell’80%, ciò significa che c’è l’80% di probabilità di ottenere dati che ci facciano rifiutare l’ipotesi nulla, a condizione che questa sia effettivamente falsa (cfr. anche Weltkovitz, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Processo di sistema: [linguaggio] Sostituzione di un fonema con un altro, restando inalterata la sequenza sillabica (vd. ad esempio, Santoro, Panero e Cianetti, Le coppie minime 1, 2011).
Processo di struttura: [linguaggio] Alterazione della struttura sillabica della parola, con cambiamento della quantità di elementi e della sequenza di consonanti e vocali che la costituiscono (vd. ad esempio, Santoro, Panero e Cianetti, Le coppie minime 1, 2011)
Profezia che si autoavvera: vedi Effetto aspettativa
Promoting Aphasics’ Comunicative Effectiveness (P.A.C.E.) : [afasia] approccio pragmatico al trattamento dell’afasia nel quale il logopedista individua tutte le strategie possibili per confermare e rinforzare l’adeguatezza comunicativa del paziente (cfr. per una panoramica Trombetti in Flosi, Carlomagno e Rossetto, La riabilitazione della persona con afasia, 2013:105 e Carlomagno, Approcci pragmatici alla terapia dell’afasia. Dai modelli empirici alla tecnica PACE, 2002)
Punteggio ponderato: [psicometria] trasformazione aritmetica del punteggio Z (con media 0 e deviazione standard 1) in un punteggio con media 10 e deviazione standard 3. Rispetto a un punteggio Z è perciò differente soltanto in apparenza ma le proprietà restano le medesime. Il suo vantaggio è quello di rendere improbabile il verificarsi di un punteggio con valore negativo, anche se inferiore alla media. Sono usati in diversi test come, ad esempio, la NEPSY-II.
Punteggio scalare: [psicometria] trasformazione aritmetica del punteggio Z (con media 0 e deviazione standard 1) in un punteggio con media 10 e deviazione standard 3. Rispetto a un punteggio Z è perciò differente soltanto in apparenza ma le proprietà restano le medesime. Il suo vantaggio è quello di rendere improbabile il verificarsi di un punteggio con valore negativo, anche se inferiore alla media. Sono usati in diversi test come, ad esempio, la WISC-IV.
Punteggio Standard: [psicometria] punteggio usato in diversi test (per esempio nella BVN 5-11) con proprietà analoghe al QI (vedi anche Quoziente intellettivo).
Punteggio T (scala T): [psicometria] trasformazione aritmetica del punteggio Z (con media 0 e deviazione standard 1) in un punteggio con media 50 e deviazione standard 10. Rispetto a un punteggio Z è perciò differente soltanto in apparenza ma le proprietà restano le medesime. Il suo vantaggio è quello di rendere improbabile il verificarsi di un punteggio con valore negativo, anche se inferiore alla media (cfr. anche Ercolani, Areni e Mannetti, La Ricerca In Psicologia, 1990). Sono usati in diversi test come, ad esempio, la Torre di Londra.
Punteggio Z (punteggio standard): [statistica, psicometria] punteggio che indica quanto un valore si allontani dalla media attesa, rapportandolo alla deviazione standard. I punteggi hanno media 0 e deviazione standard 1 per cui un punteggio Z di 0 indica un valore perfettamente in linea con le attese, un punteggio superiore a 0 indica un valore superiore alla media e un punteggio inferiore a 0 indica un valore inferiore alla media. Viene ottenuto sottraendo il valore medio dal valore osservato e dividendo il tutto per la deviazione standard della media: (valore osservato – media) / deviazione standard (cfr. anche Welkowits, Cohen ed Ewen, Statistica per le Scienze del Comportamento, 2009).
Q
Quadrantopsia: (vedi Emianopsia)
R
Randomized Controlled Trial (RCT): [metodologia della ricerca] è definito disegno di ricerca “veramente” sperimentale perché consente un completo controllo da parte dello sperimentatore sulla variabile di interesse. Prevede che i soggetti su cui viene svolta la ricerca vengano allocati casualmente (randomizzati) nel gruppo sperimentale o nel gruppo di controllo in modo che ognuno abbia la stessa probabilità di finire in uno o nell’altro (gruppi unbiased), riducendo quindi la probabilità che i gruppi siano fra loro molto diversi, cosa che porrebbe dubbi sugli eventuali effetti della variabile di interesse (cfr. anche Ercolani, Areni e Mannetti, La Ricerca In Psicologia, 1990).
Rango percentile: [statistica, psicometria] standardizzazione che si basa sule posizione che i soggetti occupano in una distribuzione di punteggi su una scala che va da 1 a 99. Vengono usati in molti test, per esempio nella Batteria Italiana per l’ADHD (cfr. anche Ercolani, Areni e Mannetti, La Ricerca In Psicologia, 1990).
Reality Orientation Therapy (ROT): [neuropsicologia] Terapia il cui scopo principale è migliorare l’orientamento nel tempo, nello spazio e rispetto a se stessi. Esiste la ROT formale (serie di incontri ben definita) e ROT informale, attuata da personale non specializzato nell’arco dell’intera giornata. (Gollin, Ferrari, Peruzzi, Una palestra per la mente, 2007:13)
Reduced Syntax Therapy (REST): [afasia] Trattamento per i pazienti afasici agrammatici che, anziché puntare sulla produzione di frasi sintatticamente corrette, facilita l’uso di strutture semplificate come quelle usate colloquialmente dai soggetti normali (proposto da Springer et al., 2000; vd. Basso, Conoscere e rieducare l’afasia, 2009:35)
Riformulazione [logopedia]: tecnica che consiste nel ripetere quanto l’interlocutore ha appena prodotto lasciando inalterato il significato ma fornendo il modello corretto aggiungendo una parola mancante o sostituendo un termine con uno corretto o più appropriato (per approfondire cfr. “Le tecniche nell’intervento” in Fondamenti del trattamento logopedico in età evolutiva, p. 235)
Rinforzo: [psicologia, comportamentismo] stimolo che fa aumentare o diminuire la probabilità di comparsa di un determinato comportamento. Il rinforzo viene suddiviso in quattro macrocategorie: rinforzo primario, secondario (o condizionato), positivo e negativo. I rinforzi primari sono quelli associati alla sopravvivenza (cibo, bevande, sonno, sesso…) mentre i rinforzi secondari sono stimoli di partenza neutri che acquisiscono valore rinforzante in quanto associati ad altri stimoli che già hanno un potere rinforzante. I rinforzi positivi sono solitamente stimoli percepiti dal soggetto come gradevoli e fanno aumentare la probabilità di un determinato comportamento a cui si associano mentre i rinforzi negativi aumentano la probabilità di un comportamento mediante la cessazione di uno stimolo sgradevole in conseguenza della sua attuazione (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Riserva cognitiva: [neuropsicologia, invecchiamento] insieme delle strategie cognitive, variabili da persona a persona, messe in atto per contrastare o compensare i processi patologici in corso. Dipendono dalle caratteristiche individuali nei network neurali che sono a loro volta influenzati da esperienze di vita come istruzione, occupazioni svolte e attività nel tempo libero (cfr. anche Passafiume e Di Giacomo, La Demenza di Alzheimer, 2006).
S
Segmenti fonetici indifferenziati (SFI): [linguaggio] (o riempitivi sillabici, o protomorfemici) occupano una posizione fissa nell’enunciato e assolvono probabilmente al ruolo di “marcatori di posizione” di componenti funzionali (Bottari et al., Inferenze strutturali nell’acquisizione della morfologia libera italiana, 1993, citato in: Ripamonti et al., Lepi: Linguaggio espressivo prima infanzia, 2017)
Semantic Feature Analysis: [afasia] approccio che prevede che il recupero dell’informazione concettuale avvenga attraverso l’accesso alle reti semantiche secondo l’ipotesi che l’attivazione delle caratteristiche semantiche di un target dovrebbe attivare il target stesso al di sopra del suo livello di soglia, facilitando il recupero della parola, con effetto di generalizzazione su altri target che condividono gli stessi tratti semantici (cfr. Boscarato e Modena in Flosi, Carlomagno e Rossetto, La riabilitazione della persona con afasia, 2013:44).
Sensibilità del test: [statistica]: capacità del test di individuare i soggetti con una determinata caratteristica (veri positivi), per esempio la presenza di dislessia. Detto in altri termini, è la proporzione di soggetti che tramite un test risultano positivi a una caratteristica rispetto al totale dei soggetti che realmente la posseggono; riprendendo l’esempio della dislessia, la sensibilità è la proporzione di soggetti che ad uno specifico test risultano dislessici, rispetto al totale di quelli effettivamente dislessici.
Se chiamiamo S la sensibilità, A il numero dei dislessici correttamente identificati dal test (veri positivi) e B il numero dei dislessici non rilevati dal test (falsi negativi), allora la sensibilità può essere espressa come S = A / (A + B).
Shaping: [psicologia, comportamentismo] Installazione da parte di uno sperimentatore della risposta operante richiesta. Consiste nel rinforzare sistematicamente i comportamenti del soggetto che si avvicinano a poco a poco alla risposta da ottenere (per esempio, portare gradualmente un animale a premere una leva) (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Shift attentivo: [neuropsicologia] Spostamento del fuoco attentivo da un oggetto, o da un evento, a un altro, entrambi contenuti nell’ambiente circostante al soggetto (Marzocchi, Molin, Poli, Attenzione e Metacognizione, 2002:12).
Sindrome Cognitivo-Affettiva Cerebellare: [neuropsicologia] costellazione di deficit cognitivi e affettivi conseguenti a lesione del cervelletto. I deficit possono essere tanti e riguardare molteplici domini come la memoria di lavoro, il linguaggio, le funzioni esecutive, l’apprendimento implicito e procedurale, l’elaborazione visuo-spaziale, il controllo attentivo, la regolazione affettiva e comportamentale (Schmahmann, The cerebellum and the cognition, 2018).
Sindrome da disconnessione: [neuropsicologia] alterazioni cognitive legate alla lesione dei fasci di sostanza bianca che connettono diverse aree cerebrali (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001).
Sindrome di Balint Holmes: [neuropsicologia] sindrome neuropsicologica caratterizzata da simultanagnosia (deficit nell’identificazione di un’immagine globale quando è composta da più oggetti), aprassia oculomotoria (deficit nel dirigere intenzionalmente lo sguardo verso un punto) e atassia ottica (deficit nei movimenti di raggiungimento con un arto). Questa sindrome è solitamente legata a lesioni parieto-occipitali bilaterali (cfr. anche Ladàvas e Berti, Manuale di Neuropsicologia, 2014).
Sistema Attenzionale Supervisore: [funzioni esecutive] Norman e Shallice hanno teorizzato un modello che prevede due sistemi funzionali. Nel primo caso si tratta di un sistema di controllo routinario in cui sono rappresentati i vari schemi comportamentali iperappresi, i quali vengono selezionati in risposta a stimoli ambientali, in base al livello automatico di attivazione; nel secondo caso, quando la selezione automatica non è sufficiente ad attivare un preciso comportamento o tale attivazione non è funzionale alla specifica situazione, entra in gioco il Sistema Attenzionale Supervisore che rimodula le attivazioni dei vari schemi comportamentali per selezionare quello più opportuno in base alle circostanze (cfr. anche Mazzucchi, La Riabilitazione Neuropsicologica, 2012).
Somatoagnosia: [neuropsicologia] perdita di consapevolezza del proprio schema corporeo (cfr. anche Doron, Parot e Del Miglio, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2001)
Sonorizzazione: [linguaggio] Processo di sistema: sostituzione di un suono sordo con il corrispondente sonoro. Esempio: “bane” per “pane” (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia).
Specificità del test [statistica]: capacità del test di identificare i soggetti che non possiedono una determinata caratteristica (veri negativi), per esempio l’assenza di demenza. Detto in altri termini, è la proporzione di soggetti che tramite un test risultano negativi a una caratteristica rispetto al totale dei soggetti che realmente non la posseggono; riprendendo l’esempio della demenza, la specificità è la proporzione di soggetti che ad uno specifico test risultano sani (senza demenza), rispetto al totale di quelli effettivamente sani.
Se chiamiamo S la specificità, A il numero dei sani correttamente identificati dal test (veri negativi) e B il numero dei sani non rilevati dal test (falsi positivi), allora la specificità può essere espressa come S = A / (A + B).
Stereotipia: [psicologia] Ripetizione relativamente costante di uno o più comportamenti in serie. Possono essere di diverso tipo: motorie, nella comunicazione scritta o parlata, nei giochi, nel disegno, ecc. (cfr. anche Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia, 2018).
Stopping: [linguaggio] sostituzione di un fonema continuo con uno non continuo (es: dallo per giallo) (cfr. il nostro articolo su Fonetica e Fonologia).
Subitizing: [neuropsicologia] capacità di distinguere in modo rapido e accurato un numero ridotto di elementi (Kaufman et al., The discrimination of visual number, 1949).
Sulcus glottidis: [voce] lesione causata da una invagianzione della mucosa della corda vocale che crea un sacco che si insinua nello spazio di Reinke. Si ritiene che sia conseguente all’apertura spontanea di una cisti epidermoide nei primi anni di vita (cfr. Albera e Rossi, Otorinolaringoiatria, 2018: 251).
T
Teoria Cognitiva dell’Apprendimento Multimediale (Cognitive Theory of Multimedia Learning o CTML): [apprendimento] teoria che prevede l’esistenza di due canali di apprendimento, uno visivo e uno uditivo, ognuno dei quali possiede una capacità limitata (3 o 4 elementi per volta). Un maggior numero di informazioni diverse può essere processato, e quindi imparato, se queste vengono suddivise su entrambi i canali (visivo e uditivo) invece che su un unico canale (per esempio, testo scritto e immagini); questo è chiamato effetto modalità.
Se invece forniamo la stessa informazione in maniera ridondante su più canali (visivo e uditivo) anziché uno soltanto (per esempio, uditivo), questa teoria prevede un peggioramento della performance legato a un sovraccarico della memoria di lavoro; questo è chiamato effetto ridondanza (cfr. anche Mayer e Fiorella, Principles for Reducing Extraneous Processing in Multimedia Learning: Coherence, Signaling, Redundancy, Spatial Contiguity, and Temporal Contiguity Principles, 2014)
Token Economy (sistema di rinforzo a gettoni): [psicologia, comportamentismo] tecnica psicologica che consiste nella stesura di un “contratto” tra un soggetto e il suo genitore o educatore, mediante il quale si stabiliscono regole; viene quindi dato un oggetto simbolico (o gettone) per ogni comportamento corretto previsto da tali regole, mentre verrà tolto o non verrà dato alcun gettone in caso di infrazione delle stesse. Al raggiungimento di una prestabilita quantità di gettoni, questi verranno convertiti in un premio preventivamente pattuito (cfr. anche Vio e Spagnoletti, Bambini Disattenti e Iperattivi: Parent Training, 2013).
V
Validità: [psicometria] grado in cui un determinato strumento (test) misura effettivamente la variabile di interesse. È composta principalmente da validità di contenuto, validità di criterio e validità di costrutto (cfr. anche Statistica per le Scienze del Comportamento, Welkowitz, Cohen ed Ewen, 2009).
Valore predittivo negativo: [statistica] probabilità a posteriori di un test per stimare la proporzione di soggetti correttamente identificati come non aventi una caratteristica (veri negativi) rispetto a al totale di quelli che risultano negativi a quella stessa caratteristica (veri negativi + falsi negativi). Se per esempio fossimo in presenza di un test per identificare i soggetti afasici, il valore predittivo negativo sarebbe il rapporto fra i soggetti sani che vengono correttamente identificati dal test rispetto al totale di sani più gli afasici che risultano negativi al test (veri sani + afasici erroneamente classificati come sani).
Se chiamiamo VPN il valore predittivo negativo, A il totale di soggetti sani correttamente identificati e B il totale dei soggetti afasici erroneamente classificati come afasici allora potremmo esprimere il valore predittivo negativo così: VPN = A / (A + B).
Valore predittivo positivo: [statistica] probabilità a posteriori di un test per stimare la proporzione di soggetti correttamente identificati come aventi una caratteristica (veri positivi) rispetto a al totale di quelli che risultano positivi a quella stessa caratteristica (veri positivi + falsi positivi). Se per esempio fossimo in presenza di un test per identificare i soggetti afasici, il valore predittivo positivo sarebbe il rapporto fra gli afasici che vengono correttamente identificati dal test rispetto al totale di afasici e non afasici che risultano positivi al test (veri afasici e sani diagnosticati erroneamente come afasici).
Se chiamiamo VPP il valore predittivo positivo, A il totale di soggetti afasici correttamente identificati e B il totale dei soggetti sani erroneamente diagnosticati come afasici allora potremmo esprimere il valore predittivo positivo così: VPP = A / (A + B).
Vanishing Cues (metodo dei suggerimenti decrescenti): [neuropsicologia] tecnica di memorizzazione incentrato sulla diminuzione progressiva dei suggerimenti riguardanti le informazioni da rievocare, dopo una fase di apprendimento delle stesse (cfr. anche Glisky, Schacter e Tulving, Learning and retention of computer-related vocabulary in memory-impaired patients: Method of vanishing cues, 1986).
Varianza: [statistica] misura della variabilità dei punteggi di un parametro intorno alla loro stessa media; misura quanto tali valori si discostino quadraticamente alla media aritmetica (cfr. anche Vio e Spagnoletti, Bambini Disattenti e Iperattivi: Parent Training, 2013).
Vergeture: [voce] depressione del margine libero della corda vocale con aderenza della mucosa al legamento vocale (cfr. Albera e Rossi, Otorinolaringoiatria, 2018: 251)