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Quando si parla di afasia, il focus va spesso – e giustamente – sul linguaggio: produzione, comprensione, denominazione, ripetizione. Ma c’è un aspetto meno visibile, spesso trascurato, che può fare la differenza nel percorso riabilitativo: le funzioni esecutive.

Non solo linguaggio: l’importanza delle funzioni esecutive nella riabilitazione dell’afasia

Cosa c’entrano le funzioni esecutive con il linguaggio?

Le funzioni esecutive sono quelle capacità cognitive che ci permettono di pianificare, monitorare, organizzare e adattarci agli imprevisti. Includono l’attenzione sostenuta, la memoria di lavoro, il controllo inibitorio, la flessibilità cognitiva.

Ma cosa succede se chiediamo a un paziente con afasia di trovare una parola?
Non è solo una questione linguistica: deve prestare attenzione al compito, scartare parole sbagliate, tenere a mente la traccia semantica, e monitorare il proprio output. Tutte funzioni… esecutive.

Quando la terapia non funziona come previsto

Alcuni pazienti sembrano avere tutti i prerequisiti linguistici per migliorare, ma i progressi sono lenti o inconsistenti. In questi casi, è fondamentale chiedersi: com’è il loro profilo cognitivo?

Uno studio ha mostrato che due componenti, in particolare, predicono il successo della terapia linguistica:

  • Funzioni esecutive

  • Memoria visiva a breve termine

Pazienti con buone abilità in questi ambiti tendevano a migliorare di più e a mantenere più a lungo i risultati.

Un esempio clinico

Prendiamo il caso di Luca, un uomo di 60 anni con afasia anomica. A livello linguistico, mostrava un discreto vocabolario e una buona comprensione. Ma durante gli esercizi di denominazione, si distraeva facilmente, cambiava strategia a metà compito, e dimenticava le istruzioni.

Dopo una valutazione neuropsicologica, emerse una debolezza nella memoria di lavoro visiva e nella flessibilità cognitiva. Solo dopo aver adattato il trattamento – con istruzioni più semplici, stimoli visivi di supporto e pause frequenti – si cominciarono a vedere miglioramenti.

Riabilitare anche la cognizione?

Sì. In molti casi, integrare il trattamento linguistico con esercizi mirati alle funzioni esecutive può potenziare gli effetti della terapia.
Alcuni esempi pratici:

  • Giochi che stimolano il controllo inibitorio (es. “stop” su stimoli irrilevanti)

  • Esercizi per mantenere e manipolare informazioni visive

  • Task di categorizzazione e switching tra regole

Queste attività non solo rafforzano le basi cognitive del linguaggio, ma migliorano l’autonomia e la gestione quotidiana.

Conclusioni

Nella riabilitazione dell’afasia, non possiamo più pensare al linguaggio come un’isola. È parte di un sistema più ampio, dove la cognizione gioca un ruolo centrale.
Ignorare questo aspetto rischia di limitare il potenziale riabilitativo del trattamento.

Valutare (e, quando serve, allenare) le funzioni esecutive non è un extra: è un investimento sulla riuscita della terapia.

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