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Come aiutare un bambino o un ragazzo con difficoltà nella memoria di lavoro? In questa breve guida troverete molti spunti utili divisi per ambito di intervento!

Difficoltà con la memoria di lavoro (e non solo): cosa fare a scuola

Accade spesso che, in seguito alla manifestazione di problemi scolastici, da una valutazione neuropsicologia in età evolutiva emergano difficoltà di memoria di lavoro (ammesso che questi aspetti siano stati valutati). Tali difficoltà possono avere un impatto molto rilevante sugli apprendimenti dello studente.

Tra le varie funzioni esecutive la memoria di lavoro sembra avere un ruolo cruciale in ambito scolastico e, dato il suo ruolo determinante, Milton J. Dehn uno psicologo statunitense ha stilato una guida su come adattare la didattica in presenza di studenti con deficit della memoria di lavoro, cercando di basarsi sulle evidenze provenienti dalle ricerche nel settore.

In particolare ha stilato un elenco di indicazioni che qui ricapitoleremo

Rispetto all'organizzazione dei contenuti e dei materiali...

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Rispetto alle procedure per ridurre questo carico cognitivo…

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Riguardo alle istruzioni e alle modalità di insegnamento…

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  • Linguaggio e verbosità del docente. Comprendere un linguaggio complesso aggiunge un ulteriore carico cognitivo rispetto a quello già richiesto da compito. Sono consigliate quindi frasi semplici e concise che permettono allo studente di dedicare le proprie risorse cognitive interamente alle informazioni da apprendere.
  • La lunghezza della lezione può aumentare le interferenze in memoria (proattive e retroattive) rispetto alle informazioni da apprendere, man mano che aumentano le stesse. L’impegno nel gestire tali interferenze aumenta il carico cognitivo.
  • Presentare le istruzioni in maniera organizzata rende più semplice la comprensione da parte degli studenti.
  • È importante anche come l’insegnante elabora le informazioni. Per elaborare si intende il collegare esplicitamente le nuove informazioni a quelle pregresse già acquisite, in modo da aiutare lo studente a comprenderne la relazione.
  • Lasciare allo studente abbastanza tempo per processare e memorizzare le informazioni. Concedere più tempo significa dare allo studente maggiori occasioni di passare da una fase di comprensione delle informazioni a una fase di ripasso e stabilizzazione in memoria.
  • Considerare l’importanza dei processi secondari richiesti. Per esempio, in una fase in cui lo studente è impegnato ad ascoltare una lezione per comprendere ed elaborarla mentalmente, il dover contemporaneamente prendere appunti è un’aggiunta al carico cognitivo già presente.

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In merito alle procedure per ridurre questo tipo di carico cognitivo…

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Rispetto alle caratteristiche e strategie cognitive dello studente…

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  • Il carico di memoria di lavoro può dipendere da quanta interferenza cognitiva (pensieri e associazioni irrilevanti) deve essere inibita e dalla capacità stessa di inibizione da parte dello studente.
  • Incide molto anche il livello pregresso di competenza di uno studente rispetto a una materia; a un maggiore livello di competenza su un argomento corrisponde un minore carico cognitivo richiesto per apprendere nuove informazioni nello stesso ambito.
  • Oltre alla capacità di memoria di lavoro, incidono sulla difficoltà di apprendimento (e quindi sul carico cognitivo richiesto) anche altri aspetti cognitivi come la velocità di elaborazione delle informazioni e la capacità di ragionamento fluido.
  • È determinante anche l’utilizzo di strategie di memorizzazione ben sviluppate, come per esempio il chuncking.
  • Risulta molto utile anche il livello di metamemoria dello studente. Può essere d’aiuto conoscere in maniera approfondita il funzionamento della memoria, del carico cognitivo, delle proprie fragilità di memoria. Sono tutti aspetti che, se tenuti in debita considerazione, possono aiutare a prendere decisioni consapevoli sulle proprie modalità di studio ottimizzando le proprie risorse cognitive.

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Rispetto ai metodi per gestire questo tipo di carico cognitivo…

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Alla fine di questo elenco l’autore sottolinea che gli studenti con deficit di memoria di lavoro possono effettivamente apprendere se sono molto esposti alle informazioni mantenendo un carico cognitivo ridotto. Spiega inoltre che forse il modo migliore per ridurre tale carico cognitivo è l’acquisizione di automaticità di certi processi. Un compito o una procedura viene detta “automatizzata” quando è appresa a tal punto da non richiedere più uno sforzo mentale cosciente. Come esempio riporta proprio la capacità di leggere in maniera fluente, che comporta la possibilità di liberare spazio in memoria di lavoro durante la lettura, in modo da dedicare le proprie risorse attentive alla creazione di inferenze, al mantenimento delle informazioni e alla comprensione del testo.

Gli studenti con deficit di memoria di lavoro possono avere necessità di più metodi che riducano il carico cognitivo, per esempio tramite frequenti ripetizioni, nuove spiegazioni dello stesso concetto e sintesi delle informazioni e molti altri fra quelli precedentemente elencati.

Molti suggerimenti elencati in questo articolo possono apparire banali eppure siamo convinti che, leggendoli tutti, possiamo trovare molti aspetti ancora migliorabili nel nostro modo di insegnare.

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