Che cos’è l’attenzione? Una guida semplice per genitori e insegnanti
Un filtro prezioso tra noi e il mondo
Ogni giorno siamo sommersi da stimoli: rumori, immagini, parole, emozioni. Ma allora come facciamo a non essere costantemente sopraffatti? Il nostro cervello possiede una funzione fondamentale che ci permette di selezionare solo ciò che è davvero rilevante: l’attenzione.
Immagina di essere in un parco pieno di bambini che giocano, cani che abbaiano, persone che chiacchierano. Eppure riesci a seguire la voce di tuo figlio mentre ti racconta cosa ha fatto a scuola. Questo è il potere dell’attenzione: una sorta di “faretto mentale” che illumina alcune informazioni e ne oscura altre.
Tipi di attenzione: non ce n’è solo una
Quando pensiamo all’attenzione, spesso immaginiamo un bambino che si siede e si concentra su un compito. In realtà esistono diverse forme di attenzione, ognuna con un ruolo specifico.
Attenzione volontaria: quella che decidiamo di attivare, come quando leggiamo un libro o seguiamo una lezione.
Attenzione riflessa: entra in azione quando qualcosa ci sorprende, come un rumore improvviso o una luce intensa.
Attenzione palese (overt): visibile, per esempio quando spostiamo gli occhi verso qualcosa che ci interessa.
Attenzione nascosta (covert): più sottile, come quando ascoltiamo una conversazione senza girarci.
Queste forme non agiscono in modo isolato, ma collaborano e si alternano in modo dinamico per adattarci alle situazioni.
Perché è così importante nell’apprendimento?
L’attenzione è la porta d’ingresso dell’apprendimento. Senza di essa, le informazioni non riescono nemmeno a raggiungere la memoria. Ecco perché nei percorsi educativi e terapeutici si dedica spesso molto tempo a potenziare questa abilità.
Un bambino con difficoltà attentive può sembrare disinteressato o svogliato, ma spesso il problema non è nella volontà, bensì nella capacità di mantenere attivo il “faretto” attentivo. La buona notizia è che, con gli strumenti giusti, si può lavorare per migliorarlo.
Esempi concreti: quando l’attenzione fa la differenza
Durante una seduta, un bambino mi ha detto: “È come se le parole mi scappassero mentre l’insegnante parla”. Questo rende perfettamente l’idea di quanto l’attenzione sia un processo in continuo movimento, che può perdersi facilmente se non viene allenato.
In altri casi, l’attenzione può essere troppo reattiva: un rumore nel corridoio e il bambino perde il filo di ciò che stava facendo. Qui entra in gioco la capacità di inibire le distrazioni, un’abilità che può essere potenziata con attività specifiche.
Conclusioni
Capire che cos’è l’attenzione e come funziona è il primo passo per aiutare bambini e ragazzi a sviluppare le proprie risorse cognitive. Per chi lavora in ambito educativo o terapeutico, è essenziale conoscere i diversi volti dell’attenzione e sapere che, con strategie adeguate, è possibile potenziarla.
Che si tratti di migliorare la concentrazione, ridurre la distrazione o imparare a selezionare ciò che conta, l’attenzione è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per imparare e vivere meglio.
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