Questo articolo approfondisce l’importanza di lavorare su articoli, pronomi e preposizioni in logopedia, spiegando quando e come intervenire su questi elementi grammaticali per migliorare la competenza linguistica nei bambini con disturbi del linguaggio. Vengono proposte strategie concrete e spunti per integrare l’insegnamento nella pratica terapeutica.

Articoli, pronomi e preposizioni: quando lavorarci in logopedia

Fondamenti linguistici e rilevanza clinica

Articoli, pronomi e preposizioni sono elementi essenziali per la costruzione di frasi coerenti e grammaticalmente corrette. Sebbene spesso trascurati, la loro mancanza o utilizzo inappropriato può compromettere la comprensione e la fluidità del linguaggio. Nei bambini con disturbi evolutivi del linguaggio, questi elementi risultano particolarmente critici, poiché richiedono la capacità di adattarli al contesto. I pronomi (es. “lui” vs “lei”), le preposizioni (es. “in” vs “su”) e gli articoli (es. “il” vs “lo”) costituiscono la base per creare relazioni tra le parole, rendendoli un obiettivo prioritario nell’intervento logopedico.

Quando intervenire: indicatori di bisogno

L’intervento su questi elementi diventa urgente quando il bambino mostra un uso incostante o errato che ostacola la comunicazione. Esempi tipici includono:

  • Sostituzioni di pronomi (“io vuole” invece di “voglio”)
  • Omissione degli articoli (“cane corre” al posto di “il cane corre”)
  • Inversione di preposizioni (“il libro è sopra al tavolo” vs “sotto al tavolo”).
    Queste difficoltà segnalano una mancata interiorizzazione delle regole grammaticali o una scarsa flessibilità nell’applicarle. La valutazione precoce, attraverso test standardizzati o analisi del linguaggio spontaneo, è cruciale per definire la tempistica dell’intervento.

Strategie per insegnare articoli e pronomi

Un approccio efficace combina modelli espliciti e attività ludiche. Per gli articoli, si possono usare carte illustrate con oggetti maschili/femminili (es. “la mela” vs “il libro”), chiedendo al bambino di abbinarli all’articolo corretto. Per i pronomi, giochi di ruolo come “io faccio, tu fai” consentono di allenare l’uso in prima e seconda persona. Il modeling, in cui il terapeuta riformula gli errori del bambino in modo corretto (“Tu hai detto ‘io mangia’, ma si dice ‘io mangio’”), rinforza l’apprendimento senza risultare punitivo.

Insegnare le preposizioni: contesto e creatività

Le preposizioni necessitano di un approccio contestualizzato e manipolativo. Strumenti come scatole, oggetti posizionati in vari punti della stanza o mini-storie (“la palla è sopra la sedia, ora è sotto”) aiutano a sperimentare concretamente i concetti. Un esercizio efficace è il “gioco del detective”, dove il bambino deve descrivere la posizione di un oggetto nascosto usando preposizioni corrette. Per consolidarne l’uso, si possono creare mappe narrative in cui la sequenza delle azioni dipende dall’applicazione precisa delle preposizioni (es. “Attraversa il ponte prima di entrare nella grotta”).

Conclusioni

Lavorare su articoli, pronomi e preposizioni richiede un approccio graduale e adattato alle capacità del bambino, che integri chiarezza teorica e dinamicità pratica.

Questi elementi, se trattati con strategie mirate, migliorano non solo la correttezza grammaticale, ma anche l’autostima comunicativa e la capacità di interagire in modo efficace.

I logopedisti devono considerare la ripetizione, il contesto significativo e l’uso del gioco come pilastri per trasformare queste “piccole parole” in strumenti di espressione potenti.

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