L’aprassia verbale acquisita: segni e diagnosi differenziale
Che cos'è l'aprassia verbale acquisita
L’aprassia verbale acquisita, conosciuta anche con il termine inglese Apraxia of Speech (AOS), è un disturbo neurologico che compromette la capacità di programmare e coordinare i movimenti necessari per produrre il linguaggio parlato.
Chi ne è affetto fatica a pianificare con precisione i movimenti dei muscoli coinvolti nella produzione dei suoni, rendendo il discorso disordinato, rallentato e di difficile comprensione.
Questa condizione non riguarda i muscoli in sé, ma la difficoltà nel coordinare correttamente i comandi motori per articolare le parole. È un aspetto fondamentale da ricordare, perché è proprio questa disconnessione tra programmazione e movimento a definire l’aprassia verbale.
I segni principali dell'aprassia verbale
Riconoscere i segni tipici dell’aprassia verbale è cruciale per una diagnosi accurata. Tra le caratteristiche più evidenti troviamo:
Fonemi distorti, sostituiti o aggiunti, che rendono l’articolazione confusa.
Eloquio rallentato, con una velocità di parola notevolmente ridotta.
Separazione delle sillabe, che spezza il ritmo naturale del linguaggio.
Prolungamenti intra e intersegmentali, ossia pause o estensioni anomale tra suoni e parole.
Accentazione di sillabe adiacenti, creando un effetto di parola eccessivamente scandita.
A questi si aggiungono altre caratteristiche percettive importanti:
Errori di sonorizzazione o desonorizzazione.
Errori non sistematici, che rendono imprevedibile il profilo degli sbagli.
Telescoping, con parole “accorciate” (ad esempio, “codino” al posto di “comodino”).
Problemi di diadococinesi, cioè difficoltà nel passaggio rapido tra movimenti articolatori, misurabili tramite Alternating Motion Rate (AMR) e Sequential Motion Rate (SMR).
Difficoltà di fluenza, spesso accompagnate da tentativi di autocorrezione.
Fatica nell’avvio delle sequenze articolatorie, talvolta con “verbal groping”, ossia movimenti udibili e infruttuosi nella ricerca dei suoni corretti.
Aspetti fondamentali nella valutazione clinica
Durante la valutazione di un paziente con sospetta aprassia verbale, è essenziale considerare diversi parametri chiave:
Intelligibilità, ovvero la qualità del segnale acustico prodotto.
Comprensibilità, che integra anche gli indizi linguistici e non linguistici oltre al semplice segnale acustico.
Efficacia comunicativa, misurando quanto il messaggio venga effettivamente trasmesso.
Questi aspetti non solo aiutano a definire meglio la gravità del disturbo, ma orientano anche le scelte terapeutiche più appropriate.
Aprassia verbale e disartria atassica: come distinguerle
Caratteristica | Aprassia | Disartria | Afasia |
Debolezza muscolare | x | ||
Deficit articolatori | x | x | |
Deficit prosodici | x | x | |
Deficit di processamento linguistico | x | ||
Errori sistematici | x | ||
Fatica nella ricerca della postura articolatoria | x |
L’aprassia verbale acquisita e la disartria atassica, conseguente a lesioni cerebellari, possono presentare somiglianze, come il parlato scandito o le difficoltà di diadococinesi. Tuttavia, alcune differenze specifiche aiutano nella diagnosi differenziale:
Nei test di velocità articolatoria, l’AOS mostra tipicamente un risultato più compromesso nella SMR (/pataka/) rispetto all’AMR (/papapa/).
I deficit dell’AOS si concentrano prevalentemente su prosodia e articolazione, mentre nella disartria atassica possono coinvolgere anche altri aspetti come la risonanza.
Infine, la disartria di solito non risente delle variabili linguistiche o del grado di automaticità del parlato, al contrario dell’AOS, che può essere influenzata da questi fattori.
Conclusioni
L’identificazione accurata dell’aprassia verbale acquisita è essenziale per garantire un intervento terapeutico efficace. Riconoscere i segni distintivi del disturbo e distinguerlo correttamente dalla disartria atassica permette di pianificare trattamenti mirati e di supportare al meglio la comunicazione del paziente.
Una valutazione approfondita, che consideri sia le caratteristiche percettive sia gli aspetti più funzionali della comunicazione, rappresenta il primo passo verso un recupero significativo delle competenze linguistiche e un miglioramento della qualità di vita.
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