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[PDF] Afasia: articolazione, sillabe e metafonologia. 200 schede in PDF con esercizi e attività pratiche

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Secondo il modello connessionista le rappresentazioni fonologiche «fungono da pattern di connettività con e tra i domini uditivo, motorio-articolatorio, ortografico e concettuale-semantico» (Boscarato e Modena in Flosi et al., 2013).

In poche parole, tutto passa dalle rappresentazioni fonologiche. Anche Kendall e colleghi (2008) ritengono che il recupero delle sequenze fonologiche sia un passaggio fondamentale nella riabilitazione.

Questi autori, ad esempio, ritengono utile mostrare ai pazienti l’immagine dell’apparato fonoarticolatorio per mostrare i corretti punti di articolazione, oltre a presentare attività di discriminazione e manipolazione di parole e non parole.

L’approccio ideale per essere sicuri di lavorare sugli aspetti fonologici e metafonologici in modo «puro», ovvero senza l’interferenza della conoscenza precedente della parola, sarebbe quello di utilizzare le non-parole, ovvero delle parole inventate che ci assicurino che la persona afasica non si stia «appoggiando» alla parola intera.

Tuttavia, all’atto pratico, è molto difficile mantenere questo lavoro a lungo; anche spiegando l’importanza del recupero dell’aspetto sublessicale, molte persone afasiche fanno fatica a comprendere l’utilità di queste attività e vedono la lettura o la ripetizione di parole inventate come una perdita di tempo rispetto all’obiettivo principale, ovvero quello di «recuperare» le parole perdute.

In generale, il lavoro sulle sillabe e la metafonologia può essere immaginato come un punto di passaggio tra il lavoro più propriamente il livello fonologico (riconoscimento e produzione dei singoli suoni) e quello lessicale (composizione dei suoni sillabici in parole).

Questo duplice ruolo della sillaba rende chiaro come lo stesso suono (ad esempio «TA») possa essere visto sia come punto di arrivo rispetto ai singoli suoni (T+A), ovvero come combinazione di una consonante e una vocale, sia come punto di partenza per costruire una parola intera (TA+VO+LO).

Il modo di procedere è dunque diverso a seconda dell’obiettivo che ci diamo.

Nella prima parte di questo volume illustreremo alcune attività per passare dai singoli suoni alla sillaba.

La sequenza di suoni e attività è già stato illustrato da Luzzatti (1999; 2012) e riadattato da Santoro (2017). Per i nostri scopi è importante soprattutto sottolineare l’utilità di proporre in prima battuta i suoni continui, ovvero quelli che possono essere allungati in modo da far percepire maggiormente il ruolo della consonante e della vocale.

Progressione dei fonemi consonantici suggerita: L M F N V S R P T B D C G.

Nella seconda parte del volume, invece, partiremo dalle sillabe acquisite per costruire delle parole.

L’attività di analisi e sintesi sillabica non deve essere sottovalutata. In particolare, quando la memoria di lavoro verbale è ridotta, può risultare molto difficile mantenere in memoria e fondere insieme le sillabe, soprattutto di strutture lunghe. In questo caso, nelle prime fasi, è importante appoggiarsi al supporto scritto come riferimento visivo.

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