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La morfosintassi è una delle componenti più complesse del linguaggio, e il suo sviluppo segue un percorso articolato che si estende dai primi anni di vita fino all'età scolare. Comprendere le tappe evolutive tipiche è fondamentale per distinguere i ritardi fisiologici da veri e propri disturbi e per intervenire tempestivamente in caso di difficoltà persistenti.

Perché alcuni bambini non costruiscono frasi? Le tappe chiave da conoscere

Cos’è la morfosintassi?

Il termine morfosintassi unisce due ambiti della grammatica:

  • Morfologia: l’insieme delle regole che modificano la forma delle parole (flessioni verbali, plurali, articoli…).
  • Sintassi: le regole che determinano l’ordine e la connessione tra le parole nella frase.

Il corretto uso della morfosintassi consente ai bambini di costruire frasi sempre più articolate, con un significato preciso e coerente.

Le tappe evolutive dello sviluppo morfosintattico

Lo sviluppo della morfosintassi si intreccia con la crescita lessicale, fonologica e pragmatica. Ecco le fasi principali:

🔹 0–18 mesi | Comunicazione prelinguistica

  • Comunicazione non verbale: gesti, vocalizzi, espressioni facciali.
  • Prime parole intorno ai 12 mesi, spesso isolate.
  • Nessuna struttura morfosintattica presente.

👉 Indicazione: in questa fase si pongono le basi comunicative e simboliche su cui costruire il linguaggio.


🔹 18–30 mesi | Fase olofrastica e protosintattica

  • Frasi di una o due parole (es. mamma pappa).
  • Ordine delle parole ancora instabile.
  • Assenza o uso incostante di articoli, preposizioni e flessioni.

👉 Osserva: la comparsa di combinazioni stabili tra parole e l’uso emergente del verbo sono segnali positivi.


🔹 30–36 mesi | Esplosione grammaticale

  • Uso più sistematico di articoli, preposizioni e flessione verbale.
  • Prime frasi complete, ma spesso ancora semplici (SVO: soggetto-verbo-oggetto).
  • Compaiono i primi pronomi e connettivi (e, poi).

👉 Fai attenzione: l’assenza di flessioni o la mancata combinazione di parole oltre i 3 anni richiedono approfondimento.


🔹 3–4 anni | Consolidamento della morfosintassi

  • Frasi ben formate, con ordine stabile e concordanze corrette.
  • Aumento della lunghezza media dell’enunciato (LME).
  • Inizio della subordinazione e uso di strutture più articolate.

👉 Osserva: quanto è ricca la produzione? Quanti verbi, pronomi, aggettivi vengono utilizzati?


🔹 4–5 anni | Decontestualizzazione e uso narrativo

  • Si sviluppano frasi complesse, con subordinate causali e temporali.
  • Migliora la coesione testuale e la capacità di raccontare eventi.
  • Uso più flessibile dei pronomi e dei tempi verbali.

👉 Segnale di forza: il bambino riesce a raccontare una storia con inizio, sviluppo e fine, usando i connettivi in modo adeguato.


🔹 6 anni in su | Uso riflessivo del linguaggio

  • Il bambino sviluppa una consapevolezza metalinguistica.
  • Acquisisce strutture complesse come le frasi passive, le relative e i modificatori dell’enunciato.
  • Inizia l’analisi grammaticale a scuola, consolidando la morfosintassi.

👉 Attenzione: difficoltà nell’uso dei tempi verbali, dei pronomi o dei connettivi possono ancora emergere in forma più sottile.

Quando preoccuparsi: segnali di sviluppo atipico

  • Presenza di frasi “verbless” oltre i 3 anni.
  • Frasi composte solo da nomi, senza verbi o articoli.
  • Uso instabile della flessione verbale o dell’accordo tra soggetto e verbo.
  • Persistente assenza di subordinazione o uso esclusivo di “e” per collegare frasi.
  • Difficoltà nella costruzione narrativa: storie senza nessi logici o struttura coerente.

Il ruolo dei verbi nello sviluppo grammaticale

Il verbo è il cuore della frase. Stabilisce relazioni tra soggetto, oggetto e circostanza, e determina la complessità della struttura.


Verbi con più argomenti (es. dare, portare) richiedono una sintassi più complessa e spesso mettono in difficoltà i bambini con fragilità morfosintattiche.

Ne abbiamo parlato anche nel trattamento Vnest.

Cosa possiamo osservare nella pratica clinica?

Durante l’analisi del linguaggio spontaneo, considera:

  • Quali classi grammaticali usa il bambino?
  • Come costruisce le frasi?
  • Usa frasi subordinate o solo coordinate?
  • Come organizza una narrazione?
  • La morfologia è stabile?

 

Strumenti come la GALS (Griglia di Analisi del Linguaggio Spontaneo) o le prove di narrazione aiutano a collocare il bambino in una fase evolutiva precisa, utile per la pianificazione del trattamento.

Conclusioni

Lo sviluppo della morfosintassi è un processo dinamico e interconnesso con molte altre competenze. Conoscere le tappe evolutive aiuta a differenziare lo sviluppo tipico da quello atipico e a decidere quando intervenire. Ogni bambino ha un proprio ritmo, ma la presenza di segnali specifici richiede un’osservazione attenta e, se necessario, l’avvio di un percorso logopedico mirato.

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