La valutazione dell'afasia a distanza è affidabile? Due recenti review mostrano risultati promettenti sull'efficacia della telepratica, ma anche limiti metodologici. Scopri cosa dicono le evidenze più aggiornate e come evolveranno gli strumenti di diagnosi da remoto.

Valutazione a distanza dell'afasia: cosa ci dicono le evidenze?

Negli ultimi anni, la televalutazione dell’afasia ha ricevuto crescente attenzione da parte della comunità scientifica. La necessità di soluzioni flessibili, accessibili e sicure, accelerata dalla pandemia di COVID-19, ha portato molti professionisti a spostare almeno parte della loro attività in modalità remota.

Ma quanto è affidabile la valutazione dell’afasia attraverso videoconferenza? Due recenti studi di Teti e colleghi (2023, 2024) ci offrono un quadro aggiornato e approfondito sull’argomento.

Un cambiamento necessario (e promettente)

L’afasia, che può insorgere dopo ictus, trauma cranico, tumori cerebrali o patologie neurodegenerative, comporta significative difficoltà nella comunicazione e spesso si accompagna a deficit motori, cognitivi e partecipativi. Questi limiti rendono spesso problematico l’accesso ai servizi in presenza, specialmente in contesti rurali o economicamente svantaggiati.

La telemedicina — e in particolare la teleriabilitazione con videoconferenza — si è quindi affermata come un’alternativa interessante, con vantaggi pratici evidenti. Tuttavia, la vera domanda è: possiamo affidarci alla televalutazione per ottenere risultati clinici validi?

Cosa emerge dalla letteratura

La revisione sistematica del 2024

Teti et al. (2024) hanno analizzato 11 studi che indagavano l’efficacia di protocolli di valutazione dell’afasia a distanza. Ecco alcuni punti chiave emersi:

  • I test più usati sono stati il Boston Diagnostic Aphasia Examination (BDAE-3), il Western Aphasia Battery–Revised (WAB-R) e il Boston Naming Test–2 (BNT-2).

  • I protocolli erano spesso limitati agli aspetti linguistici e poco variati: poche valutazioni sulle funzioni cognitive extralinguistiche, screening rapidi o misure riferite dal paziente.

  • Solo due studi sono stati classificati come di alta qualità metodologica.

  • Le proprietà psicometriche dei test usati sono risultate in molti casi insufficienti, con problemi di validità, affidabilità o interpretabilità.

La scoping review del 2023

Nella loro precedente scoping review, Teti et al. (2023) si erano concentrati in particolare sull’afasia post-ictus, includendo 25 studi pubblicati dal 2013 in poi. I risultati confermavano quanto già osservato:

  • La televalutazione dell’afasia post-ictus è generalmente efficace e ben accolta, anche se la varietà dei protocolli è scarsa.

  • Le prestazioni nei test condotti a distanza non differiscono significativamente da quelle in presenza.

  • I partecipanti riferivano alti livelli di soddisfazione, con buona aderenza e tassi di completamento.

  • Tuttavia, molte valutazioni rimangono ancorate a strumenti tradizionali, raramente adattati per il contesto remoto.

Punti di forza e criticità

Le due review evidenziano che la teleriabilitazione è una modalità promettente, in particolare per la continuità assistenziale e la riduzione delle disuguaglianze di accesso. Tuttavia, emergono anche alcune criticità:

Aspetti positiviCriticità emerse
Accessibilità aumentataPoca varietà nei tipi di test usati
Risultati comparabili all’in-personScarso uso di misure soggettive
Alta accettazione da parte degli utentiBassa qualità metodologica di molti studi
Utilizzo possibile anche con comorbidità fisicheProblemi psicometrici di alcuni test

Conclusioni

La valutazione dell’afasia a distanza non è solo una risposta a esigenze logistiche o sanitarie temporanee, ma rappresenta una vera opportunità per innovare l’accesso e la qualità dei servizi di diagnosi. Le evidenze dimostrano che, se ben progettata e supportata da strumenti adeguati, questa modalità può essere valida e ben accolta.

Tuttavia, è urgente sviluppare e validare nuovi strumenti progettati appositamente per la somministrazione a distanza, che includano anche misure funzionali, cognitive e soggettive. Solo così potremo trasformare l’emergenza in una risorsa permanente e affidabile.

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