Le emozioni fanno parte delle funzioni esecutive?
Quando si parla di funzioni esecutive, si pensa subito a processi “freddi” come la memoria di lavoro, la pianificazione, l’inibizione. Ma c’è una componente spesso trascurata e altrettanto fondamentale: la regolazione emotiva.
Le emozioni non sono qualcosa da tenere separato dal pensiero: al contrario, interagiscono costantemente con i nostri processi cognitivi, influenzando decisioni, azioni e relazioni.
Ma le emozioni sono davvero parte delle funzioni esecutive? La risposta della scienza è sempre più chiara: sì, e in modo molto profondo.
Regolare le emozioni richiede controllo cognitivo
Gestire un’esplosione di rabbia, trattenere le lacrime in un momento delicato, non farsi prendere dal panico davanti a una difficoltà: tutte queste azioni richiedono un’enorme capacità di autocontrollo.
Questa regolazione emotiva non avviene per magia, ma è il risultato di una stretta collaborazione tra aree cerebrali legate al controllo esecutivo e quelle legate all’emotività.
Il cervello, infatti, non funziona a compartimenti stagni: la corteccia prefrontale, fondamentale per le funzioni esecutive, è anche coinvolta nella modulazione dell’attività dell’amigdala, una delle principali strutture emotive.
È come se il nostro sistema esecutivo aiutasse le emozioni a trovare la giusta intensità al momento giusto.
Quando qualcosa si rompe: il legame tra emozione e disfunzione esecutiva
In presenza di danni alla corteccia frontale, come nei traumi cranici, nei disturbi del neurosviluppo o in alcune patologie neurodegenerative, uno dei segnali più evidenti può essere una difficoltà nel gestire le emozioni.
Alcuni pazienti diventano impulsivi, altri sembrano apatici o emotivamente “piatti”.
Questi cambiamenti non sono solo “caratteriali”: sono spesso il riflesso di un controllo esecutivo alterato.
Anche nei bambini con disturbi come l’ADHD, le difficoltà emotive sono frequenti e possono essere confuse con problemi di comportamento. Ma dietro c’è spesso una regolazione esecutiva che fatica a tenere tutto in equilibrio.
Funzioni esecutive “calde” e “fredde”: una distinzione utile
Per descrivere questa complessità, si parla spesso di funzioni esecutive “fredde” (come il ragionamento logico) e “calde” (quelle coinvolte nella gestione emotiva e nelle situazioni sociali).
Non si tratta di due mondi separati, ma di due facce della stessa medaglia.
Chi lavora in ambito educativo, logopedico o neuropsicologico lo sa bene: non si può ignorare la componente emotiva, perché influisce profondamente sull’apprendimento, sulla motivazione e sul comportamento.
Conclusioni
La regolazione delle emozioni è parte integrante delle funzioni esecutive. È grazie a questa integrazione tra mente e cuore che riusciamo a decidere con lucidità, relazionarci in modo efficace e affrontare le sfide quotidiane. Comprendere questo legame è fondamentale per chi si occupa di logopedia e neuropsicologia, perché intervenire sulle abilità esecutive significa anche aiutare le persone a vivere meglio le proprie emozioni.
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